Ormai in questo blog ci entro una volta ogni morte di Papa (e adesso qualcuno a San Pietro starà facendo *sgrat sgrat*) ma non perché non abbia cose da dire, più o meno serie. Semplicemente sono troppo pigro. O forse è quello che, con un gioco di parole davvero poco felice, si potrebbe chiamare il "Bloggo dello scrittore".
Ad ogni modo.
È settembre. E tradizione vorrebbe, ormai dalla ehm, seconda seconda liceo, che scriva un post di riflessioni e di aspettative sull'anno, scolastico o accademico, che sta per cominciare.
Solo che... non comincerà nessun anno accademico.
Gli esami, li ho finiti, e anche con una media soddisfacente. Lezioni, quindi, non ne devo più frequentare. E questo è un cambiamento di rilevo, visto che è la prima volta da 19 anni che comincio un autunno senza avere la prospettiva di andare, sedere dietro un banco e ascoltare un insegnante - variamente appellato nel corso del tempo - dire le sue cose e poi prendere e andarsene via.
Diciannove anni: gli studenti che ora cominciano l'università sono nati quando io andavo in prima elementare.
Peggio, mi sono diplomato mentre i ragazzini che vanno in prima elementare adesso venivano al mondo.
Certamente ho ancora la tesi davanti a me - e anzi domani devo andare dal relatore - e ho intenzione di frequentare alcuni corsi aggiuntivi a Giurisprudenza, ma non è più un ambito strettamente accademico. Ancora devo vedere come affrontare questo cambiamento, se cambiamento effettivo ci sarà.
Certamente è presto perché me ne renda conto, e si vedrà solo quando gli "altri" cominceranno le lezioni e io me ne starò in biblioteca o in aula studio a studiare per la tesi.
Per ora potrebbe essere semplicemente che ho finito gli esami di quest'anno a luglio. Ma non è così e, per la prima volta dopo quella che a me pare un'eternità, (ri)comincerò a scandire il tempo in base a qualcosa di diverso rispetto al concetto di dover andare a lezione.
Certo, se mi guardo indietro non posso che rimanere stupito del percorso fino ad ora compiuto. Non necessariamente orgoglioso - sono tante le cose che cambierei con il cimiteriale senno del poi - ma un po' sbalordito. Non ho molte foto di me seienne, ma mi riesce ancora strano essere convinto che "quello" lì, l'aria un po' imbranata e spersa, sia riuscito ad andare avanti fino a diventare "questo" qui. Non so se sia stato un buon affare per il ragazzino magro e insicuro che a settembre del 1994 attraversava il portone della scuola elementare di un quartiere sconosciuto, ma so che l'affare, almeno per la prima parte, sta per concludersi del tutto. È una sensazione un po' strana, ma non sgradevole, anzi.
P.S. Per il titolo: l'ho deciso alla fine, e sì, dall'ormai lontano 2005 è stato impunemente abusato da orde di persone con una fantasia davvero in disarmo. Ma, ehi!, sono le due di notte.
E, a proposito degli autori dell'abusato titolo, i c.d. Democrats, o i c.d. Liberals o simili potrebbero anche andarsi a nascondere: tanto pronti a strillare quando un avversario di partito attaccava una nazione a orientamento laico, nazionale e sociale (l'Iraq Ba'thista) quanto lesti a stare zitto quando un loro presidente (e per di più mezzo africano, bonus super per tacitare le critiche) sta per fare la stessa cosa. Evidentemente hanno visto cosa ne è stato dell'Iraq e il risultato sta loro bene. Mi raccomando, andate avanti così.
De gustibus.